Il corso si propone di presentare il contesto storico, politico, culturale e sociale nel quale sono evoluti in Italia l'istituzione scolastica e i servizi educativi per l'infanzia. In particolare si focalizzerà sugli itinerari e sulle proposte di rinnovamento pedagogico e culturale nel sistema formativo italiano del secondo dopoguerra. Muovendo dall'eredità di John Dewey e dell'attivismo pedagogico, il corso si soffermerà sulle avanguardie pedagogiche degli anni Cinquanta e Sessanta, concentrandosi su due figure emblematiche di maestri innovatori e democratici: Mario Lodi e Alberto Manzi.
Il corso mira a permettere alla studentessa/allo studente di comprendere i legami tra storia politica, storia socio-culturale, legislazione scolastica, teorie pedagogiche e pratiche educative, contestualizzando i momenti più significativi della storia delle istituzioni educative all'interno del quadro storico, sociale e culturale del Paese.
Pedagogia tra scienza e filosofia: il discorso pedagogico del positivismo e
dell’idealismo.
- Le “scuole nuove” e l'educazione attiva: un movimento di riforma
pedagogica. John Dewey. Célestin Freinet. Decroly, Claparède, Ferrière,
Montessori.
- Orientamenti collettivistici e personalistici.
- Antonio Gramsci e il Quaderno 12
- La scuola italiana nel secondo dopoguerra. Il Movimento di cooperazione
educativa.
- La cultura pedagogica italiana della seconda metà del Novecento: Don
Milani, Mario Lodi, Loris Malaguzzi, Gianni Rodari
- Il '68. Le pedagogie radicali
- Alberto Manzi educatore e scrittore
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